
Cristianesimo e religione
Sei tu l'amato - parte prima

Testo tratto dal libro di H. J. Nouwen, Sentirsi amati
(parte prima)
Da quando mi hai chiesto di scrivere per te e i tuoi amici, sulla vita spirituale, mi sono chiesto se potesse esserci una parola che, alla fine della tua lettura, riassumesse tutto ciò che desidero dirti. Nel corso di quest'ultimo anno, la parola mi speciale, che io cercavo, si è fatta lentamente strada dal profondo del mio cuore. La parola è “Amato”.
Sono sicuro che questa parola mi è stata data per amore tuo e dei tuoi amici.
Come cristiano, ho scoperto per la prima volta questa parola nella storia del battesimo di Gesù di Nazareth. «Non appena Gesù uscì dall'acqua, vide aprirsi i cieli e lo Spirito discendere su di lui come una colomba. E sentì una voce dal cielo: “Tu sei mio Figlio, l'Amato, in te mi sono compiaciuto”».
Per molti anni, ho letto queste parole e ne ho fatto oggetto di riflessione in molte prediche e letture, ma solo dopo i nostri colloqui a New York esse hanno assunto un significato che oltrepassa i confini della mia tradizione.
Le molte nostre conversazioni mi hanno portato alla intima convinzione che le parole “Tu sei l'Amato” rivelano la più profonda verità su tutti gli esseri umani, appartengano o no a una particolare tradizione.
Fred, quello che voglio dirti è che “Tu sei l'Amato” e quello che spero è che tu possa ascoltare queste parole come fossero dette a te con tutta la tenerezza e la forza che l'amore può avere.
Il mio unico desiderio è che queste parole possano risuonare in ogni parte del tuo essere - “Tu sei l'Amato”.
Il più grande dono che la mia amicizia possa farti è il dono di riconoscere il tuo stato di “essere amato”. Posso farti questo dono solo per quanto l'ho preteso per me stesso.
Non è questa l'amicizia: darci l'uno all'altro il dono del nostro “essere amati”?
Essere l'Amato esprime la verità centrale della nostra esistenza
Espongo questo in modo così diretto e semplice perché, sebbene l'esperienza di essere l'Amato non sia stata mai completamente assente dalla mia vita, non ho mai rivendicato che ne fosse la verità centrale. Continuavo a girarvi intorno, più o meno alla larga, alla costante ricerca di qualcuno o di qualcosa che mi convincesse del mio stato di “essere amato”. Era come se qualcosa, dentro di me, si rifiutasse di ascoltare la voce che proviene dalla parte più profonda del mio essere e che dice: «Tu sei mio Amato, in te mi sono compiaciuto». Quella voce è sempre stata lì, ma, a quanto pare, io desideravo di più ascoltare le altre voci, voci forti, che dicevano: «Dimostra che sei degno di qualcosa; fai qualcosa di significativo, spettacolare o potente, e allora potrai guadagnare l'amore che desideri». Nel frattempo, la voce dolce e gentile che parla nel silenzio e nella solitudine del mio cuore rimaneva inascoltata o, perlomeno, non era convincente.
Quella voce dolce e gentile che mi chiama l'Amato è venuta a me in innumerevoli modi.
I miei genitori, gli amici, gli insegnati, gli studenti e i molti estranei che ho incrociato nel mio cammino, mi hanno fatto sentire quella voce in toni differenti. Sono stato benvoluto, con tenerezza e gentilezza, da molte persone. Mi hanno insegnato e sono stato istruito con molta pazienza e perseveranza.
Sono stato incoraggiato a perseverare quando ero pronto a lasciar perdere, e sono stato stimolato a riprovare quando ho fallito. Sono stato ricompensato e elogiato per il mio successo... però, in un certo qual modo, tutti questi segni d'amore non sono stati sufficienti a convincermi che ero l'Amato.
Sotto l'apparente salda fiducia in me stesso, c'era sempre la stessa domanda: «Se tutti quelli che mi coprono di tanta attenzione, potessero vedere e conoscere la parte più intima di me stesso, mi amerebbero ancora?». Questa tormentosa domanda era radicata nella mia intima oscurità, continuando a perseguitarmi e a farmi fuggire da dove quella tranquilla voce, che mi chiamava “Amato”, poteva essere ascoltata.